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Fan controller Lamptron FC9, potenza sotto controllo - Lamptron FC9: analisi strutturale

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Lamptron FC9: analisi strutturale

 

Un aspetto su cui si sono intensificati gli sforzi dei produttori è la potenza per singolo canale, in quanto diversi modelli sono capaci ormai di reggere addirittura 30W o più. In questo modo si possono controllare pompe di sistemi a liquido dedicati, evitando quindi la connessione tramite i classici connettori di potenza. Lamptron è stata la capostipite di questa serie, ed il controller FC5V2 ne è la testimonianza; in questo caso però si è cercato di andare oltre, raggiungendo il traguardo dei 50W per canale, garantiti. E’ evidente quindi che questo modello è orientato a tutti coloro i quali desiderano controllare, oltre alle ventole, anche componenti più critiche e potenti.

 

connessioni posteriori

 

frontalino

specifiche ed installazione

 

 

Struttura anteriore e posteriore

 

Frontalmente c’è una struttura in alluminio spazzolato con una finitura eccellente, aggressiva per via dei mesh laterali, e come da consuetudine Lamptron, molto robusta. Data la presenza delle 7 diverse colorazioni, L’FC9 si propone come una soluzione il cui punto cardine è l’estetica. Considerando la tipologia dei potenziometri, non retraibili, potrebbero esserci problemi con cabinet che presentano delle paratie frontali, che potrebbero collidere con i potenziometri del fan controller, situati nella parte centrale. Tuttavia il Lamptron FC9 è stato ideato per essere messo in bella mostra, sarebbe quindi un peccato nasconderlo dietro ad una paratia. Frontalmente, in alto a sinistra, è presente il logo ed il nome del prodotto, impresso al laser sul blocco di alluminio. Meglio di così, non si poteva fare! Il fan controller FC9 permette di controllare solamente gli RPM e quindi la potenza delle componenti associate al connettore a 3 PIN; data l’assenza di LCD è impossibile avere un riscontro diretto sull’ammontare degli RPM, della temperatura e del voltaggio delle ventole, se non ad occhio in base all’altezza del potenziometro analogico interessato.

 

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Nella parte posteriore troviamo invece una struttura in acciaio, verniciato di nero, ma soprattutto l’elettronica dell’unità, ed è possibile osservare i due PCB verticali; il primo è utilizzato per l’alimentazione ed il posizionamento dei potenziometri, mentre a destra e sinistra sono presenti le interconnessioni sul PCB secondario, dove invece sono posizionati i sistemi di regolazione della luminosità anteriore, tramite jumpers, di alimentazione e controllo tramite gli ingressi per le ventole. Similmente all’FC10 non sono presenti dissipatori passivi evidenti, se non quattro piccole placche dissipanti avvitate direttamente ai mosfet dei 4 canali. Le componenti di alimentazione dell’FC9 sono state oggetto di una forte rivisitazione rispetto ai modelli precedenti, infatti sono presenti un induttore toroidale per ogni singolo canale, poi MOSFETs, e similmente all’FC10 sono presenti dei condensatori Rubycon, della serie 25V 330Uf YXA, certificati per il funzionamento fino a 105 gradi centigradi.

 

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La certificazione a 105°C per i condensatori è un dato importante perché la vita di queste componenti si dimezza in base all’aumento della temperatura di ogni 10 gradi Celsius, sotto un normale carico di lavoro; questo significa che utilizzando modelli di condensatori capaci di gestire, senza il minimo problema anche 105 gradi Celsius, la durata della loro vita potrebbe essere addirittura pari al quadruplo rispetto a modelli standard da 85 gradi Celsius. Questo fattore è uno dei più sponsorizzati nel campo dei sistemi di alimentazione, sia a livello di alimentatori che componenti elettroniche quali schede video, schede madri oppure in questo caso fan controller. Generalmente quindi ci si vanta della presenza di condensatori giapponesi nella propria unità, capaci appunto di sopportare temperature maggiori, e quindi prolungare la vita stessa del singolo modello in esame. In questo caso i condensatori sono inseriti sia sopra che sotto al PCB posteriore, in gran numero. La struttura presenta una grande pulizia delle componenti ed il layout è molto ordinato.

 

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Vi mostriamo un confronto diretto tra il Lamptron FC5-V2 ed il nuovo Lamptron FC9, assieme alle impostazioni a vuoto:

 

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Funzionalità e controllo

 

La parte posteriore del rheobus è quindi ben organizzata e presenta la classica conformazione aperta, senza protezioni, come abbiamo fatto presente. Il controllo delle ventole risulta essere pratico, sebbene elementare, ma certamente non fine. Per quanto riguarda i selettori posteriori relativi alla colorazione (DIP-Switch) c’è ancora molto da lavorare in quanto sarebbe molto più pratico se ci fosse la possibilità di selezionare il colore frontalmente; siamo certi quindi che in futuro sarà uno dei settori che verranno migliorati, implementando nuove features, oppure un semplice pulsantino a scomparsa. In un noto portale italiano è stata effettuata una modifica molto interessante quindi vi invitiamo a cercarla, proprio relativa all’FC5-V2 ed ai selettori DIP-Switch.

 

Un problema potrebbe essere lo Start-Up Voltage con ventole silenziose aventi valori molto bassi, oltre all’assenza del controllo della temperatura e di allarmi dedicati, però non rappresenta un serio problema, come spiegato in precedenza. Sarebbe consigliabile introdurre la funzionalità di Start-Up a +12V, per poi regolarlo in base ai valori di targa.

 

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